CRONACA DI UNO SCUDETTO ANNUNCIATO
GARA 1
Partenza solita di Schio da grande squadra, quella che ammazzerebbero un toro, concentrata e precisa, Lucca traballa ma resta inchiodata a debita distanza e quando nel terzo quarto le scledensi hanno un calo di tensione esce fuori Dotto e la squadra toscana opera il sorpasso. Di solito queste partite coach Diamanti le vince, ma nelle sue giocatrice subentra quel senso di appagamento che ho rivisto paro paro nella nostra gara 3 di semifinale, cioè quello di considerare mentalmente un impresa raggiungere le venete e mettergli la testa davanti, quasi un appagamento che le avversarie delle scledensi poi pagano con la sconfitta, perché il Famila ha nel suo DNA quello di vincere sempre e comunque. Insufficiente l’arbitraggio a sfavore delle toscane, ma non decisivo. Qualche lacuna sulla condotta tecnica di Lasi che non preserva bene le sue lunghe con scelte rischiose.
GARA 2
Una grande Wambe( assente a questi livelli per quasi tutta la stagione) trascina un Famila che sembra stanco, salvato anche dall’imprecisione delle tiratrici toscane, molto più pronte fisicamente e sempre prime nelle palle vacanti. Anche in gara 2 Lucca mette davanti la testa nell’ultimo quarto, ma l’imprecisione al tiro ed una decisione arbitrale a 2 minuti dalla fine, quando Nadalin prima fa passi e poi frana su Bagnara, l’arbitro da fallo a Beba e relativo tecnico, decretando la sconfitta definitiva.Diamanti si lamenterà dell’arbitraggio Lasi invece no, I telecronisti si accorgono che a Schio manca una giocatrice importantissima come Mc Cray ma non si accorgono che Lucca gioca con solo 3 straniere. E’ la partita delle recriminazioni e degli attriti tra le due formazioni.
GARA 3
Il Famila spazza via ogni dubbio di sorta e dimostra non solo di essere stata la favorita di tutta la stagione ma di aver meritato sul campo il titolo aldilà di ogni più piccolo dubbio. In verità le scledensi il solito calo del terzo quarto lo avevano pure concesso alle toscane, ma Lucca non ne aveva più, non di risorse fisiche, ma di quelle mentali, un po’ per la superiorità del Famila e un po’ per non essere avvezza a questo stress che una finale al meglio delle tre vittorie può portare.
Qualcuno potrebbe pensare che avendo nel roster le migliori italiani e le migliori straniere del nostro campionato è stata cosa facile aggiudicarsi il tricolore, ma nello sport niente è scontato anche confermare i pronostici, con un percorso quasi netto macchiato da una sola sconfitta nel lontano Ottobre ed in condizioni precarie. Brave le scledensi a cancellare le velleità più o meno dichiarate delle avversarie di turno e non avere mai cali di tensione, scudetto meritatissimo. Possiamo anche a mente fredda dare un giudizio meno trionfalistico, per esempio la MVP della finale è stata nominata quella Wambe che nella stagione regolare e nella Eurolega non aveva brillato, sia per qualche infortunio sia perchè sembrava non aver il carisma giusto. La stessa Sottana ha dovuto adeguarsi ad un ruolo di comprimaria a lei poco idoneo e poco usuale(MVP dello scorso anno) ma nei momenti importanti ha saputo dare il suo contributo, anche se ha ciccato l’avventura europea che era stato il motivo fondamentale del suo passaggio da Taranto a Schio. Poco male Giorgia avrà modo di riprendersi il suo ruolo di leader già in Nazionale e nei prossimi anni nella sua nuova squadra. Una nota particolare va fatto sui grandi progressi fatti da Consolini, che ha dimostrato che la sua scelta di rimanere a Schio è stata giusta, sfoderando dei progressi notevoli con delle grandi prestazioni.
Onore anche a Lucca che ha fatto il possibile in questa finale e soprattutto ha fatto benissimo nella regular season, ma niente ha potuto contro lo scoglio Famila che l’ha battuta sei volte a zero tra coppa e campionato. Cosa è mancato alla toscane? Difficile dirlo, se posso azzardarmi in una piccola riflessione penso che il loro punta di forza che è Andrade, una giocatrice dal ruolo atipico, di cui non possono fare a meno, condiziona un po la scelta del parco straniere, mentre guardavo la finale pensavo ad una Lucca con una Moss in squadra, una che spesso nei momenti difficile toglie le castagne dal fuoco, sicuramente una partita l’avrebbe portata a casa, ma è tutta teoria come la loro americana Peters(andata via a Gennaio) se si fosse confermata ai livelli della Ncaa o della WNBA , sicuramente avrebbe dato molte piu’ garanzie alle toscane, ma queste sono considerazione che lo staff lucchese saprà mettere a frutto nella prossima stagione.
Ora è tempo di mercato e di trovare nuova linfa per questo sport che è bellissimo e che appassionata tutti quelli che per volontà propria o per casualità ci vengono a contatto.